Radici e relazioni: la famiglia come sistema complesso
La famiglia è un sistema complesso in cui ogni membro è interconnesso e influenzato dagli altri. Essere un sistema significa muoversi come un insieme di elementi connessi l’un l’altro da reciproche relazioni. La complessità riguarda il fatto che ogni componente, riconoscibile come unico per sue caratteristiche e per ruolo nel sistema, è intrecciato all’altro. L’insieme costituisce qualcosa di differente dalla somma delle singole parti, ma al contempo è riconoscibile e distinguibile ogni singolo ramo.
La Famiglia è come una Band Musicale

Quando penso ad una famiglia spesso mi viene in mente una band musicale, in cui ogni strumento ha un suo particolare suono e un suo ruolo nel collettivo. Secondo il dizionario Treccani quando i suoni si combinano in successione ha luogo la melodia, un insieme di note suonate una dopo l’altra; quando invece si combinano simultaneamente, ha luogo l’armonia.
Come in una band, la famiglia dà vita ad un’armonia unica e irripetibile, all’interno della quale un orecchio ben teso può riconoscere ogni accordo, ovvero la combinazione di quei suoni contemporanei. Ogni famiglia vibra in causalità circolare: i comportamenti e le comunicazioni di ogni familiare esercitano un’influenza sugli altri, ogni azione ha un effetto e una reazione, ogni membro influenza ed è influenzato costantemente dagli altri.
Peculiarità della famiglia e i compiti evolutivi

Così come una band musicale, la famiglia è un sistema vivo e creativo. Alcune delle caratteristiche che la distinguono da un qualsiasi altro gruppo è la necessità di assolvere a delle funzioni come figli, come genitori e come partner e l’interazione tra le funzioni di questi livelli.
Contemporaneamente ogni famiglia è strutturata in posizioni generazionali differenti: nella nostra società, almeno tre generazioni (spesso quattro!) vivono contemporaneamente. Ogni membro nella sua evoluzione transita da un piano all’altro e vive il passaggio da un ruolo all’altro degli altri membri.
La famiglia ha un suo ciclo della vita con diverse fasi, in ognuna delle quali è coinvolta in un “evento critico”, ovvero una sfida. Ogni sfida rappresenta un processo evolutivo da affrontare, nel quale ogni membro della famiglia di volta in volta, si trova in una posizione differente in base al proprio personale ciclo di vita e alla responsabilità che ricopre all’interno del sistema.
Ad esempio nella fase del ciclo di vita familiare del giovane adulto non sposato, questo deve vincere la sfida dell’emancipazione dalla famiglia di origine attraverso l’uscita di casa e il processo evolutivo è quello della separazione dal legame per poterlo comunque conservare. Tutti gli altri membri della famiglia saranno coinvolti in questo processo e attraverseranno una loro propria transizione.
Le altre fasi del ciclo di vita familiare sono: la coppia appena sposata, la famiglia con i bambini piccoli, la famiglia con adolescenti, la famiglia nell’età di mezzo, la famiglia anziana.
Nella nostra esperienza quindi sempre più la famiglia non può essere ridotta a delle caratteristiche strutturali o ad un obbligo rituale, ma all’incontro di vincoli molto potenti e meno tracciabili di attaccamento come investimenti, affetti, legami tra i membri che la compongono, reciprocità, tensioni.
La famiglia è quel posto dove ti senti a casa

La famiglia è un luogo di passioni e sentimenti complessi, che ora accompagnano e sostengono, ora feriscono o spaventano. La dimensione del conflitto ne è parte integrante, rappresenta il momento in cui un suono non può accordarsi ad un altro, ma si fa sentire stridente e in contrapposizione. Il conflitto può assumere diverse forme: a volte è esplicito, a volte taciuto, a volte reiterato nel tempo e crea una sorta di stallo. In alcune fasi della vita il conflitto è strumento di individuazione e di svincolo, perché permette ad ognuno di determinare la propria identità e di notare quella diversa degli altri membri, in altre determina rotture insanabili che cristallizzano nel tempo bisogni insoluti e dolori insanati.
Un giorno una bambina mi ha detto che “la famiglia è quel posto dove ti senti a casa”. E’ un’immagine che mi resta impressa e mi emoziona per la semplicità e l’immediatezza delle parole scelte per raccontare la sua esperienza.
Quella stessa bambina, una giovanissima batterista in erba, alla sua prima esibizione musicale con la sua band, mi ha aperto gli occhi sulla principale potenzialità di una famiglia: essere risorsa.
La cantante, una coetanea visibilmente emozionata, durante l’esibizione ha perso il ritmo: la sua bella voce, di fronte a tutti quegli adulti pieni di aspettative, è diventata un sibilo meccanico, senza ritmo, gli accenti e le pause sono improvvisamente scomparsi e ne è rimasto solo un monotono susseguirsi di parole. La piccola batterista, accortasi della difficoltà della cantante, prima ha provato a battere il ritmo più forte, poi si è fatta sentire con sempre maggior sicurezza da dietro, aiutandola a ritrovare la nota. La batteria è uno strumento musicale composto da tamburi, piatti e altri strumenti a percussione disposti in modo tale che possano essere suonati da un solo musicista e a volte i familiari sono così, possono contare su diverse risorse quando l’altro perde il ritmo.
Quell’immagine, che mi torna in mente ogni volta che come terapeuta familiare incontro un nucleo in difficoltà, mi riporta a questa qualità della famiglia. Non ci si può sostituire, non si può coprire la voce dell’altro né anticiparla, ma quando uno perde il filo, l’altro può far sentire più forte l’accordo familiare per far trovare la propria posizione unica e speciale dell’altro, che in quell’accordo può riconoscersi, distinguersi, cambiare, senza perdersi o mischiarsi.

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