Competenze genitoriali e Neuroscienze

Pubblicato da Milano Psicologi il

La famiglia è il luogo principale in cui il bambino sviluppa ed elabora capacità relazioni, affettive e cognitive, fondamentali per la formazione della propria personalità. La genitorialità è funzione processuale, relazionale e storica, preesistente alla nascita del figlio. E’ il risultato di una relazione triadica (madre – padre – bambino) ed è condizionata dai modelli culturali, dalla personalità del genitore, dalle relazioni che egli stesso ha avuto come figlio, dalla coniugalità e cogenitorialità della specifica coppia, nonché dal temperamento, da eventuali e specifiche problematiche riguardante i minori (eventuali disabilità fisiche/psichiche) e le loro fasi evolutive.

Lo sviluppo del bambino, è pertanto influenzato dalle dinamiche della genitorialità paterna e materna e dalle modalità con cui la coppia entra in relazione con il figlio.

Essere Genitori insieme: la co genitorialità

In un sistema famiglia un uomo e una donna oltre ad essere “coniugi insieme” saranno anche “genitori insieme”. Si parla di co-genitorialità, ovvero la capacità dei genitori di coordinarsi nell’esercizio della funzione genitoriale (McHale, Kuersten Hogan & Launetti, 2001) e la capacità di supportarsi a vicenda come leaders della famiglia (Katz & Low, 2004). Una comunicazione efficace tra genitore-figlio favorisce lo sviluppo nel bambino di un attaccamento sano.

In una comunicazione contingente o collaborativa, i genitori comprendo e percepiscono isegnali inviati dal bambino, che a sua volta risponde in maniera chiara attraverso la creazione di un sistema di comunicazione che richiede la collaborazione di entrambi.

Secondo D. J. Siegel “ Comunicazioni collaborative o contingenti consentono alle nostre menti di espandersi, attraverso la conoscenza dei punti di vista degli altri e la ri-valutazione dei nostri, che troviamo riflessi nelle loro risposte. Per crescere in maniera ottimale il bambino ha bisogno di stabilire comunicazioni collaborative fin dai primi giorni di vita”.

Nella comunicazione contingente il genitore è in ascolto del figlio e risponde ai segnali che effettivamente invia e non in base a schemi mentali rigidi/fissi. Una comunicazione contingente permette di creare una sintonia tra genitore e figlio.

La comunicazione contingente e i meccanismi neuronali

A livello biologico, quando viene inviato un segnale, il cervello si pone in uno stato ricettivo rispetto alla risposta che riceverà dall’altro. Le risposte si andranno ad inscrivere nelle mappe neuronali che formeranno il nucleo del nostro senso di noi stessi, un “ Sé visto dall’altro”.

Quando la comunicazione è contingente, i meccanismi neuronali generano un senso interno di coerenza che è caratteristico della sintonia che si stabilisce tra il genitore e il figlio. Esiste un sé prima dell’invio del segnale coerente con il sé dopo la ricezione della risposta. Ripetuti pattern di comunicazione contingente creano un senso autobiografico del sé in cui presente, passato e futuro sono collegati in maniera coerente.

Comunicazioni contingenti consentono la crescita del senso di sé, un processo di co-costruzione poiché il bambino impara a conoscere se stesso attraverso la relazione con gli altri.

Sulla base di questo discorso è evidente quanto sia pregnante il ruolo dei genitori: co-costruttori del senso di sé dei figli. Più i genitori riescono ad essere in sintonia con i loro figli, più diventano ricettivi nei loro confronti e riescono a attivare una comunicazione contingente. I bambini si “sentono sentiti”, comprendono di esistere nella mente dei loro genitori. Un bambino che riceve risposte non contingenti può provare un senso di disagio emozionale: rimarrà confuso e ridurrà la sua disponibilità al coinvolgimento emotivo.

La sintonizzazione

Quando la relazione tra genitore è figlio è caratterizzata dalla presenza di processi di sintonizzazione e di comunicazione contingente e coerente, si sviluppa così un attaccamento sicuro che costituisce un fattore centrale nel processo di sviluppo sano del bambino. I principi fondamentali dei processi di comunicazione indice di un attaccamento sicuro sono: sintonizzazione, equilibrio, coerenza. Il bambino si sente capito quando le risposte del genitore sono in sintonia con i suoi stati interni, creando così uno stato di equilibrio che gli permette di regolare in modo flessibile gli stati del corpo, poi successivamente le emozioni e gli stati della mente.

Esperienze di sintonia ed equilibrio permettono di acquisire un senso di coerenza all’interno della mente.

Recenti ricerche in ambito scientifico hanno messo in luce che lo sviluppo delle strutture del cervello e le sue funzioni è plasmato dalle interazioni fra geni ed esperienze. Nella vita intrauterina i neuroni crescono, si localizzano nelle diverse aree del cervello e stabiliscono fra loro i vari collegamenti creando così la rete dei circuiti del sistema nervoso. L’architettura del cervello alla nascita è definita mentre i collegamenti fra le cellule nervose sono ancora immaturi. Un aumento dei collegamenti neuronali e una creazione di circuiti sempre più complessi e intricato si verifica nei primi tre anni del bambino. Le modalità con cui si sviluppano i collegamenti e i circuiti sono influenzati dalle informazioni genetiche ma anche dalle esperienze poiché in questa fase di maturazione è presente una memoria implicita.

Secondo Siegel è possibile distinguere due modalità con cui le esperienze svolgono un ruolo importante nello sviluppo del cervello:

– le esperienze sono necessarie per il mantenimento di circuiti la cui formazione e crescita sono determinate da informazioni genetiche ( ad esempio le connessioni neurali che costituiscono il sistema visivo);

– esperienze-dipendente possono creare delle connessioni neurali la cui formazione è indotta dalle esperienze (interazione con una persona, camminare nel parco, essere abbracciati dal padre ecc …).

Nei processi di sintonizzazione giocano un ruolo importante le componenti non verbali (sguardi, espressioni facciali, toni di voce, gesti, posizione del corpo, tempi e intensità di risposte). La capacità del genitore di allineare il proprio stato interno con quello del bambino si baserebbe su connessioni che si stabiliscono fra gli emisferi destri dei due individui coinvolti, principalmente coinvolti nei meccanismi di comunicazione non verbale. Processi di sintonizzazione creano uno stato interno di equilibrio nel bambino ( coinvolge processi come i cicli sonno-veglia, digestione, respirazione, ritmo cardiaco). Myron Hofer, neuroscienziato, ha definito “regolatori nascosti” i meccanismi attraverso i quali la presenza della madre permette di raggiungere uno stato di equilibrio delle funzioni fisiologi nel figlio.

La coerenza è il risultato dell’acquisizione, attraverso le interazioni con i genitori, di un equilibrio in cui il cervello diventa adattivo e capace di rispondere in maniera flessibile ai cambiamenti dell’ambiente. Un attaccamento sicuro facilita lo sviluppo di una mente coerente mentre ad un attaccamento insicuro sono associati diverse forme di incoerenza. Concludendo, la modalità con cui il genitore interagisce con il proprio figlio può avere effetti positivi sulla crescita della sua mente fornendo le basi per uno sviluppo ottimale del suo cervello e la creazione di forme di attaccamento sicuro anche nelle generazioni successive.

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Il team di Milano Psicologi

Bibliografia

– Daniel J. Siegel; mary Hartzell; “Errori da non ripetere. Come la conoscenza della propria storia aiuta a essere genitori”. Raffaello Cortina Editore.

– Suomi, S., “ A biobehavioral perspective on developmental psychopathology. Excessive aggression and serotoninergic dysfunction in monkey” In Sameroff, A.J.,Lewis, M., Miller S.( a cura di), The Social Ecology of Resilience. Springer, New York 2012, pp. 127-142.

– Hofer, M.A., “ On the nature and consequences of early loss”. In Psychosomatic Medicine, 58, 1996, pp.570-581.

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