Cos è la diversità?

Pubblicato da Milano Psicologi il

Se fossimo tutti identici, che monotonia! Stesso fisico, stessi pensieri – che cosa ci rimarrebbe da fare, se non sederci e morire dalla disperazione. Non possiamo vivere come una fila di formiche, la diversità fa parte della vita umana.

Swami Vivekananda

Definire il concetto di diversità è complesso. Diverso significa letteralmente “Volto in altra direzione”: potremmo dire che la diversità fa riferimento a ciò che in qualche modo, differisce dalla “norma” o dalle nostre aspettative (l’età, il genere, l’etnia, la cultura, le abilità, le opinioni, le esperienze di vita e molto altro).

Ad esempio, di solito, ci aspettiamo che gli uomini siano più alti delle donne ma ciò, come ben sappiamo, non si verifica sempre e comunque.

La diversità è una risorsa

La diversità è una risorsa che arricchisce la società, promuovendo l’inclusione, il rispetto reciproco e la crescita personale e collettiva. 

Nella nostra società occidentale “essere diversi” ricopre un nuovo significato, rispetto al passato. Ci si sente meno “a disagio” e spesso la diversità viene ricercata e anche ostentata con fierezza.

Parimenti ci troviamo ad osservare che in alcuni casi il diverso ci fa ancora paura.

Proviamo un’emozione simile a quella che abbiamo nei confronti del nuovo: ma perchè? 

Perché abbiamo paura del diverso?

Sicuramente la paura del diverso trova una valida spiegazione nel funzionamento della nostra mente, che agisce per categorie: 

  • ogni evento o persona della nostra vita viene categorizzato così da risparmiare energie cognitive
  • quando si incontra qualcuno che la nostra mente non riesce a inserire in nessuna di esse, si sforza di crearne di nuove per poter conoscere l’altro.

L’estraneità di base genera paura: il bambino la prova fin dal primo anno di vita, quando gli si avvicinano persone che non conosce o con cui ha poca familiarità. Questa paura ha una funzione protettiva: l’estraneo rappresenta qualcosa di imprevedibile, e la sua diversità lo fa sentire in pericolo.

Il gruppo: pregiudizi e stereotipi

Abbiamo già detto che la categorizzazione è quel meccanismo cognitivo spontaneo su cui si radica la discriminazione.

Se tale processo da un lato è fondamentale, perché ci fa sentire parte di un gruppo, dall’altro comporta relazioni conflittuali o di discriminazione verso gruppi differenti, che vengono visti come pericolosi o da evitare.

La categorizzazione sociale può, infatti, influenzare la percezione delle persone e le interazioni sociali e portare alla formazione di stereotipi e pregiudizi.

Un pregiudizio è un giudizio negativo che una persona ha nei confronti di un individuo o di un gruppo, senza basi razionali o esperienze dirette. Potremmo fare esempi di decine di pregiudizi…. ad esempio “gli zingari rubano”, “gli italiani sono mammoni” “i tedeschi indossano i sandali con i calzini” e via dicendo…..

Pensare che tutte le persone di una determinata nazionalità siano uguali, rappresenta una generalizzazione e determina una visione distorta di un intero gruppo di persone, ignorando diversità e caratteristiche specifiche di ciascun individuo.

Paura del diverso come difesa

Oltre ad avere a che fare con la categorizzazione mentale, la paura del diverso è anche una modalità difensiva.

Alcune ricerche hanno dimostrato che psicologicamente davanti ad un individuo diverso da sé, si attivano meccanismi simili a quelli che si verificano a livello biologico quando si attiva il sistema immunitario per proteggere il corpo. 

Avere davanti ad una persona considerata diversa, implica una certa quantità di ansia, derivante dalla minaccia che qualcosa di esterno e differente da sé possa cambiare l’equilibrio interno e la propria identità sociale.

Questo meccanismo può dar vita a due tipi di reazione:

  • una condizione di “eccessiva uguaglianza”, ovvero la convinzione che l’altro sia assolutamente identico a sé;
  • la paura che lo sconosciuto sia pericoloso.

Pur trattandosi di due situazioni opposte, la conseguenza è la stessa. Vi è un irrigidimento delle due parti, che non considerano la possibilità di mettere in atto cambiamenti positivi attraverso l’incontro tra differenze.

Come accogliere le differenze

Tuttavia i nostri meccanismi mentali non possono essere l’alibi che ci guida nell’avere timore della diversità, non devono essere una giustificazione alla discriminazione e al disprezzo nei confronti di ciò che non conosciamo.

Al contrario, essere consapevoli del nostro funzionamento ci permette di contenerlo, riconoscendo le situazioni in cui la diversità non è dannosa ma è invece un “mondo nuovo” da scoprire, a cui è possibile avvicinarsi con curiosità, confronto ed interesse.

Per accogliere le differenze possiamo:

  • Essere curiosi: imparare ed insegnare di più sulle diverse culture e tradizioni, esperienze e punti di vista può aiutare a comprendere meglio le differenze.
  • Aprire le orecchie: ascoltare le esperienze degli altri senza giudicare, per comprendere meglio il loro punto di vista.
  • Mettersi nei panni dell’altro: capire le loro emozioni e sentimenti può favorire la comprensione e la solidarietà.
  • Rispettare le differenze: senza giudicare o discriminare è fondamentale per costruire relazioni inclusive e armoniose in cui ogni individuo si senta valorizzato e rispettato

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