Il Disagio Psicologico nei gruppi sociali di minoranza
Il Minority Stress nella comunità LGBTQIA+

Negli ultimi tempi abbiamo iniziato a sentir parlare di Minority Stress, inteso come quella forma di disagio psicologico e quindi di stress, sperimentata da persone appartenenti a minoranze, che corrono il rischio di risultare fortemente stigmatizzate. Tali minoranze possono essere di tipo etnico, religioso, culturale o sessuale.
Le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, nello specifico, sono maggiormente esposte al rischio di sviluppare forme di disagio psicologico per la loro appartenenza ad un gruppo sociale di tipo minoritario, in conseguenza dei numerosi pregiudizi e discriminazioni presenti nella società nei loro confronti.
Molteplici forme di discriminazione
Le molteplici forme di violenza e discriminazione possono essere manifestate apertamente, ma anche in modo più sottile, attraverso azioni aggressive di tipo fisico oppure verbale agite nascostamente. Le forme di violenza meno visibili possono assumere, infatti, l’aspetto di umiliazioni o micro aggressioni che possono essere messe in atto in modo volontario e non. Si tratta di frasi, gesti o commenti che umiliano o stereotipizzano l’identità della persona, anche con l’intenzione di ferirla. Queste possono essere agite dal singolo individuo, in modo più o meno consapevole, ma anche da gruppi più estesi, basandosi su pregiudizi e discriminazioni culturalmente radicati nella società.

Le conseguenze psicologiche del Minority Stress
L’esposizione prolungata a questo tipo di fonti di stress costituisce l’origine della condizione di malessere psichico collegata alla propria identità, in un conflitto generato dallo scontro tra i valori della minoranza di appartenenza e quelli dominanti nella società cui si appartiene.
Secondo Ilan H. Meyer, infatti, “lo stigma, il pregiudizio e la discriminazione creano un ambiente sociale ostile e stressante che causa problemi di salute mentale”. Nel Minority Stress Model, le persone LGBTQIA+ si troverebbero, quindi, ad affrontare una quantità maggiore di stress rispetto alle altre, poiché oltre alle più comuni fonti di stress, si trovano a subire anche quelle derivanti dai fenomeni di discriminazione. Ciò può manifestarsi attraverso (Meyer, 1995):
- esperienze di violenza subite;
- stigma percepito;
- omofobia interiorizzata: la persona tende ad assimilare i pregiudizi e le aspettative di rifiuto della società nei propri confronti;
- vittimizzazione;
- occultamento del proprio orientamento sessuale e conseguente difficoltà a fare coming out.
Le minoranze sessuali possono essere soggette al Minority Stress attraverso eventi di vita esterni (ad esempio le discriminazioni e\o azioni aggressive), ma anche stressor prossimali che consistono nell’ipervigilanza legata alla possibilità che si presentino fattori esterni di stress e all’internalizzazione delle credenze negative.
All’interno di numerosi studi è emerso come i pregiudizi e le discriminazioni subite dalle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ portino a sperimentare maggiori livelli di stress rispetto alle persone eterosessuali, poiché tali specifici fattori stressanti si sommano alle più consuete fonti di stress comunemente presenti nella società.
I fattori di stress possono causare forme di disregolazione emotiva, oltre a confitti sociali e relazionali, che li rendono più vulnerabili a depressione, ansia e uso di sostanze.
Gli eventi stressanti possono portare l’individuo a sviluppare anche una forma di ansia costante collegata al timore che tali eventi possano nuovamente ripresentarsi in futuro, portando all’insorgenza di un costante stato di ipervigilanza.

La difficoltà di chiedere un aiuto psicologico
Gli effetti negativi del Minority Stress agiscono purtroppo anche sulla possibilità di accesso alle cure a causa, talvolta, della mancanza di formazione specifica su tematiche LGBTQIA+, oppure per la presenza di pregiudizi in alcuni sanitari o per la passata patologizzazione di alcune forme di identità sessuale. Ciò, inoltre, può portare anche a sottovalutare i segni precoci legati alla manifestazione di queste specifiche forme di stress, ritardando l’avvio di un percorso di cura.
È, quindi, fondamentale che gli interventi vengano condotti da persone competenti che all’interno della terapia possano occuparsi di lavorare sulla validazione dell’identità individuale, sulla consapevolezza e sulla costruzione di strategie utili a gestire lo stress.
Per quanto riguarda questo tipo specifico di disagio, ricordiamo, l’assoluta necessità di tenere nella Mente quanto l’esposizione a determinate sollecitazioni possa riattivare delle esperienze già percepire in altri ambiti affettivi, come la famiglia di origine.
Lavorare con le famiglie di origine è pertanto una risorsa preziosissima, in quanto molto spesso purtroppo, è proprio a partire dalla famiglia di origine che si manifestano forme di rifiuto e svalutazione, che favoriscono lo sviluppo di senso di colpa, vergogna e scarsa autostima, ma allo stesso tempo, è proprio dalla famiglia di origine che può nascere un’occasione di profonda conoscenza e connessione.

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